burnout cause e soluzioni

Burnout: cause e soluzioni

Negli ultimi anni, soprattutto a seguito della pandemia si sono andati a studiare più a fondo gli effetti del lavoro sulla persona e le conseguenze dell’eccesso di stress sul corpo umano: non è raro osservare nelle persone stressate svariate istanze di cefalee improvvise, aumento della pressione sanguigna, stanchezza cronica e peggioramento dell’umore, che portano al il cosiddetto ‘burnout’.

In molti casi, lo smart working aveva effettivamente migliorato la condizione di alcuni lavoratori, e il ritorno in ufficio ha riportato e addirittura aumentato i quantitativi di stress a causa di una cattiva riorganizzazione delle attività. Citando un articolo dell’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (che potete leggere QUI):

Più di quattro lavoratori su dieci (44 %) affermano che lo stress da lavoro è aumentato a seguito della pandemia, secondo l’indagine dell’EU-OSHA sui lavoratori OSH Pulse – Sicurezza e salute sul lavoro dopo la pandemia.

Come si può quindi evitare di venire stressati dal lavoro e vivere sereni? Purtroppo tanti dei fattori che ci possono causare ansie e malesseri tendono ad essere esterni e non dipendere da noi, ma ci sono alcuni accorgimenti che possono aiutarci.

1. Evitare il burnout in ambito lavorativo

Nel mondo del lavoro non è difficile purtroppo finire sopraffatti dalla mole di progetti e responsabilità che giornalmente ci vengono affidati: possono esserci diverse ragioni a causare una perdita di organizzazione e il rischio più grande è proprio quello di trovarsi in ‘burnout’ e peggiorare il proprio apporto lavorativo, con il rischio di venire richiamati o rischiare conseguenze anche gravi. Cosa si può fare quindi?

Un fattore importante in ufficio è la COMUNICAZIONE.

Nonostante si tenda, forse troppo, a cercare di essere completamente indipendenti in ufficio, chiedere aiuto ai colleghi è un modo utile per cercare di semplificare le proprie attività: un collega che ha le stesse mansioni ma risulta meno stressato, come fa? Ha un modo diverso di porsi che ti può insegnare? Ha un momento libero in cui può aiutarti a velocizzare un’operazione in modo che tu possa occuparti di altro?

Anche il datore di lavoro non deve risultare una figura granitica ed inaccessibile: può essere che non si renda conto di avervi affidato troppe responsabilità ed è importante farglielo presente e cercare di instaurare un dialogo. Può darsi che abbiate avuto un periodo particolarmente produttivo e lui l’abbia interpretato come la norma, ma è bene che sappia che non ti è possibile mantenere certi ritmi costantemente senza rischiare il burnout. Purtroppo non sempre è possibile, e in quei casi è probabile che ci si trovi in un ambiente tossico e forse la soluzione effettiva è allontanarsene definitivamente.

2. Evitare il burnout a casa

Gli effetti dello stress e del burnout purtroppo si possono facilmente trascinare dal lavoro a casa e ci influenzano anche nei momenti che sarebbero dedicati al relax, risulta impossibile ‘staccare la spina’.

E’ molto importante in questi casi cercare di non affidare al lavoro tutta la propria soddisfazione personale, andando invece a concentrarsi su altre attività: se si fa un lavoro d’ufficio, magari completamente informatico, non è raro sentire un certo livello di insoddisfazione, perchè si tratta spesso di attività ‘astratte’, le cui conseguenze non possiamo vedere fisicamente.

Una soluzione è cercare di trovare un’attività creativa e ‘tangibile’ su cui concentrarsi a casa e nella quale trovare soddisfazione: cucinare, suonare uno strumento, dipingere… sono tutte cose che possono darci gratificazione e che ci possono rilassare e distrarre dalle preoccupazioni lavorative.

Anche l’attività fisica è molto utile per ridurre lo stress, favorire il sonno e stabilizzare l’umore.

Cosa può fare il datore di lavoro?

Come dicevamo più su, purtroppo esistono molti fattori esterni che aumentano lo stress negli impiegati e in molti casi questi sono causati da un ambiente di lavoro poco consono o disorganizzato: è qui che allora la responsabilità diventa del datore di lavoro, che deve dare ai suoi dipendenti carichi di lavoro accettabili e possibilità di riposo. Deve essere aperto al dialogo e, dove può, andare incontro ai bisogni e le necessità dei dipendenti.

Un ambiente tossico, dove non è possibile discutere e dove i lavoratori sono stressati e costantemente in burnout sarà sempre meno produttivo e performante di un ambiente sereno: far scappare le proprie risorse invece di farle crescere assicurerà solo che il livello di professionalità sia sempre basso a causa del turnover. (Ne abbiamo già parlato in QUESTO articolo).

Un aumento di benessere porta invece a impiegati rilassati, in grado di gestire i carichi di lavoro in maniera corretta, collaborativi e fedeli all’azienda: è difficile perdere personale quando lavorare risulta un’attività piacevole e soddisfacente.

Vi invitiamo ad approfondire il discorso di benessere del lavoratore nel nostro articolo sul Welfare Aziendale.

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